Come ben raccontato in questo articolo la situazione nei porti cinesi è molto complicata in questo momento per via dei vari lockdown dovuti alla strategia “zero contagi” del governo di Pechino.
Ormai è da più di due anni che le supply chain stanno soffrendo per le conseguenze legate al Covid-19.
Un problema che potrebbe sembrare lontano, ma che impatta prepotentemente nelle nostre vite a causa dell'aumento dei prezzi e delle tempistiche di trasporto.
I problemi delle catene di approvvigionamento internazionali ultimamente si ripresentano con una cadenza regolare.
Nell'arco di un anno abbiamo avuto Covid-19 (con i conseguenti lockdown e restrizioni agli spostamenti delle persone), noli aerei e via mare in forte crescita, Brexit e ora il blocco (speriamo temporaneo) del Canale di Suez.
Diventa sempre più attuale domandarsi se occorra o meno ridisegnare le supply chain sulle quali si regge il nostro settore manifatturiero.
A livello europeo se ne sono accorti già in Germania dove la carenza di microchip provenienti da oriente ha rallentato la produzione di auto di Volkswagen.
Sempre per lo stesso motivo anche la produzione in Europa di batterie sta diventando sempre più strategica, proprio nel momento in cui l'elettrico sta iniziando a diventare una vera e propria soluzione alternativa al classico motore a scoppio.
Sembra che la teoria della delocalizzazione dall'altra parte del mondo inizi a mostrare i propri limiti, tenuto anche conto della crescente influenza cinese in tutta l'Asia e alle ultime tensioni sui diritti umani in Cina.
La federazione internazionale delle associazioni di spedizionieri (FIATA) lancia un chiaro avviso alle compagnie marittime.
La situazione straordinaria dovuta al virus in Cina non deve portare ad extra costi per la chiusura di porti / magazzini ed aziende nella nazione cinese.
I vettori hanno provato ad alzare i noli mare durante la peak season, ma il mercato (Mediterraneo a parte) non ha dato segnali positivi.
Ci hanno provato, ma non è andata bene.
Parzialmente fallito il tentativo da parte delle compagnie marittime di ridurre la capacità durante il periodo di peak season per aumentare i noli via mare.