L'impennata di prezzi che ha subito il comparto energetico già da qualche mese è ora arrivata ai livelli di guardia.
Negli ultimi giorni il costo del carburante diesel ha superato quello della benzina.
In molti giustamente si domandano il motivo di tale incremento.
Purtroppo la guerra Ucraina – Russia si è venuta ad inserire in un quadro economico post Covid che già mostrava chiari effetti inflazionistici.
La ripresa delle economie mondiali dopo i due anni di Covid ha portato ad una maggiore richiesta di trasporto merci che notoriamente utilizza il gasolio come carburante.
Questo è quindi il principale motivo per il quale ora il prezzo del diesel ha superato quello della benzina.
I problemi delle catene di approvvigionamento internazionali ultimamente si ripresentano con una cadenza regolare.
Nell'arco di un anno abbiamo avuto Covid-19 (con i conseguenti lockdown e restrizioni agli spostamenti delle persone), noli aerei e via mare in forte crescita, Brexit e ora il blocco (speriamo temporaneo) del Canale di Suez.
Diventa sempre più attuale domandarsi se occorra o meno ridisegnare le supply chain sulle quali si regge il nostro settore manifatturiero.
A livello europeo se ne sono accorti già in Germania dove la carenza di microchip provenienti da oriente ha rallentato la produzione di auto di Volkswagen.
Sempre per lo stesso motivo anche la produzione in Europa di batterie sta diventando sempre più strategica, proprio nel momento in cui l'elettrico sta iniziando a diventare una vera e propria soluzione alternativa al classico motore a scoppio.
Sembra che la teoria della delocalizzazione dall'altra parte del mondo inizi a mostrare i propri limiti, tenuto anche conto della crescente influenza cinese in tutta l'Asia e alle ultime tensioni sui diritti umani in Cina.
Inutile girarsi intorno, l'attuale epidemia Covid-19 rivoluzionerà i comportamenti di spedizionieri e clienti per diversi mesi a venire.
In un tale sconvolgimento epocale l'imperativo è uno solo: sapersi adattare il prima possibile.
Ne parlavo in un vecchio articolo che in questo momento di difficoltà torna particolarmente attuale.
Ora che il mercato dello shipping si trova ad attraversare scenari inediti è necessario saper applicare il concetto di resilienza.
Solo le aziende in grado di affrontare in questo modo la crisi saranno in grado di uscirne rafforzate.
Ci sono accadimenti che imprimono un cambiamento inaspettato ed inevitabile alla storia.
In molti si stanno domandando se anche l'epidemia Covid-19 sarà uno di quegli eventi in grado di cambiare per sempre il corso degli avvenimenti.
E' ormai opinione diffusa tra gli esperti che l'attuale situazione non durerà settimane ma mesi interi.
Certo la quarantena potrà finire in un tempo molto più breve, ma le attività non riprenderanno come prima della diffusione del virus.
Questo perché non esiste un vaccino e permane il pericolo che una volta finita l'attuale emergenza scoppino comunque nuovi focolai epidemici.
Guardando alla Cina ci si rende conto che anche se il paese asiatico ha vinto la battaglia contro il Coronavirus il rischio di un contagio di “importazione” permane .
Per questo motivo è lecito pensare che gli spostamenti di persone e merci nelle lunghe tratte subiranno un grave colpo. Basti pensare alle quarantene obbligatorie ed al ridotto numero di collegamenti aerei per effetto del calo verticale di turismo e viaggi di lavoro.
L'arrivo del virus ha inoltre costretto la maggior parte delle persone a cambiare radicalmente il proprio stile di vita e di consumi, generando una spirale con effetti difficilmente prevedibili nel medio / lungo termine.
E' quindi possibile immaginare che la normalità, quella a cui eravamo così abituati prima della pandemia, resterà un ricordo ancora per molto tempo.
Molti di voi avranno provato in questo periodo di quarantena forzata ad effettuare la spesa online. Personalmente ho provato diverse volte senza riuscire a trovare la disponibilità per poter acquistare beni di prima necessità e farmeli recapitare a casa. Un problema che in queste settimane sembra essere molto diffuso.
Del resto è facile immaginare che un sistema normalmente poco usato e che improvvisamente diventa molto richiesto possa avere grosse difficoltà.
Come ho risolto il problema?
Riscoprendo il “negozio di quartiere” ovvero un minimarket nel quale non ho mai (dico mai) fatto la spesa e che si è dimostrato disponibile a consegnare l'ordine direttamente a casa con pagamento alla consegna.
Nel suo piccolo questa esperienza parla proprio di quello che sta accadendo anche con le lunghe catene logistiche di molte aziende.
Una supply chain in grave difficoltà per il taglio dei voli aerei, la riduzione di spazi sulle navi, di lockdown e frontiere chiuse a causa del coronavirus.
Il fornitore di prossimità magari non sarà il più economico, ma forse è quello che in questo momento ha diverse carte da giocare.
E' lecito chiedersi se questa situazione insegnerà qualcosa a molte aziende e cambierà il modo con cui esse si rapporteranno con i propri fornitori, magari considerando anche che avere un fornitore a 100 km di distanza è ben diverso da averne uno a 10.000 km.
Le conseguenze del virus Covid-19 sono evidenti già da qualche tempo, ma l'impatto vero sui trasporti e sull'intera filiera produttiva deve ancora avvenire.
Una grande fetta di compagnie aeree ha cancellato del tutto (o quasi) i collegamenti aerei con la Cina, ciò avrà un impatto sicuramente negativo su tutta la supply chain man mano che le aziende cinesi inizieranno a essere operative ed ad iniziare la produzione di merci (seppur magari in quantità ridotte ancora per un certo periodo).
La federazione internazionale delle associazioni di spedizionieri (FIATA) lancia un chiaro avviso alle compagnie marittime.
La situazione straordinaria dovuta al virus in Cina non deve portare ad extra costi per la chiusura di porti / magazzini ed aziende nella nazione cinese.
L'ENAC ha riattivato la possibilità di effettuare voli all cargo tra Italia e Cina.
A seguito della lettera di ANAMA che segnalava Governo la necessità di approfondire la decisione di chiusura totale dei voli anche al traffico all cargo è stato deciso di riaprire lo spazio aereo ai voli cargo.
L'Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree ha chiesto al governo italiano di approfondire il provvedimento di chiusura al traffico aereo all cargo dalla Cina.
L'associazione di categoria delle imprese di spedizioni aeree ANAMA ha scritto al governo italiano chiedendo di rivalutare la chiusura totale del traffico aereo da / per la Cina.